Un fenomeno da combattere
L’equitazione è uno sport che coinvolge cavaliere e cavallo, in una relazione di armonia e rispetto.
In alcuni casi, questa relazione viene alterata dall’uso di sostanze dopanti, che hanno lo scopo di migliorare le prestazioni degli atleti, ma che comportano gravi rischi per la salute e il benessere degli animali.
Cosa si intende per doping in equitazione?
È l’uso di sostanze o metodi proibiti, che possono influenzare le capacità fisiche o mentali del cavallo, in modo da ottenere un vantaggio competitivo ingiusto a discapito degli altri partecipanti.
Il doping può riguardare sia il cavallo che il cavaliere, ma ora ci basiamo sul doping equino.
Esistono due categorie di sostanze dopanti per i cavalli, secondo il regolamento internazionale FEI.
Le sostanze bandite, ovvero quelle che non hanno uso terapeutico nel cavallo in attività e che hanno un’azione esclusivamente dopante.
Queste sostanze sono sempre vietate e se vengono trovare nelle urine o nel sangue di un cavallo, comporta una sanzione disciplinare per il soggetto responsabile, che solitamente è il cavaliere.
Alcuni esempi possono essere i sedativi, gli ormoni della crescita, i beta-bloccanti.
Le medicazioni controllate sono, invece, farmaci che hanno un corretto impiego nella cura del cavallo nell’attività sportiva, ma che hanno un’azione dopante se impiegati durante le competizioni o in prossimità di esse.
Queste sostanze sono consentite solo sotto prescrizione del veterinario e devono essere dichiarate prima dell’inizio della competizione.
Devono essere rispettati i tempi di sospensione.
Alcuni esempi sono gli antibiotici, gli anti-infiammatori.
Quali sono le conseguenze del doping nell’equitazione?
Non solo è una pratica scorretta, che viola i principi etici e sportivi, ma è anche una pratica pericolosa, che mette a rischio la salute del cavallo.
L’uso di sostanze dopanti può causare effetti collaterali anche gravi.
Può compromettere la sicurezza del cavaliere e degli altri partecipanti, in quanto può alterare l’equilibrio, il controllo del cavallo.
Come si contrasta il doping in equitazione?
La FEI ha adottato un codice anti-doping mondiale, che prevede delle norme e delle procedure per la prevenzione, il controllo e la sanzione del doping.
Il codice si basa su quattro principi: la responsabilità oggettiva del soggetto responsabile che è ritenuto colpevole, che può essere il cavaliere, il proprietario, l’istruttore, ecc…
La presunzione di colpevolezza del soggetto responsabile, che deve dimostrare la sua innocenza in caso di positività del cavallo a una sostanza dopante.
La proporzionalità delle sanzioni in base alla gravità, alla natura della sostanza dopante.
Le sanzioni possono andare dalla squalifica dall’evento, alla sospensione temporanea, alla multa, ecc…
La trasparenza e la pubblicità dei casi di doping, che vengono resi noti attraverso i siti internet nazionali e internazionali.
La FEI pubblica e aggiorna spesso l’elenco delle sostanze dopanti per i cavalli, in modo da tenere sempre aggiornati i cavaliere, i veterinari e chi di competenza.
Per prevenire questo fenomeno, sarebbe utile e fondamentale promuovere una cultura sportiva basata sul rispetto, sull’etica e sulla meritocrazia, che valorizzi il talento degli atleti e il lavoro svolto da essi.
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